L’educazione globale o Global Education nasce intorno agli anni ’60 su iniziativa di singoli educatori o di Organizzazione non Governative. Nasce dall’esigenza di ridisegnare i confini entro cui si sviluppano le conoscenze e le competenze personali con lo scopo di creare cittadini globali consapevoli e partecipi.
Oggi, sulla spinta dei processi di globalizzazione e dei fenomeni migratori, l’educazione globale ha assunto un ruolo fondamentale nel processo di crescita personale. Tuttavia darne una definizione univoca non è cosa facile. Nel 2015 l’Unesco ci ha provato attraverso un documento intitolato “Global citizenship education: topics and learning objectives” in cui l’educazione alla cittadinanza globale viene definita secondo tre dimensioni tra loro intrecciate ovvero:
- Una dimensione cognitiva che la definisce come un “acquisire conoscenze, analisi e pensiero critico circa le questioni globali, regionali, nazionali e locali e l’interazione e l’interdipendenza dei diversi paesi e dei diversi popoli
- Una dimensione socio-emotiva che la definisce come un “sviluppare un senso di appartenenza ad una comune umanità, condividerne i valori e la responsabilità, empatia, solidarietà e rispetto delle differenze e delle alterità.
- Una dimensione comportamentale che la definisce come un “agire in maniera efficace e responsabile a livello locale, nazionale e globale per un mondo più sostenibile e pacifico.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’educazione globale è stata promossa, in particolare, dalle iniziative nate nel contesto dell’Unione Europea attraverso progetti di scambi internazionali o di educazione non formale, si pensi a tutti i programmi nati nell’ambito dell’Erasmus Plus.
Qui a DiVagare, ovviamente, l’educazione globale rappresenta uno dei principi cardine nonché uno degli obiettivi fondamentali. Per noi educazione globale significa:
“Renderci consapevoli delle sfide e dei bisogni del mondo contemporaneo. Imparare la comprensione e il rispetto delle altre culture e pensieri. Mirare a un mondo di convivenza pacifica e interculturale dove imparare l’uno dall’altro e dove diritti e opportunità sono uguali per tutti. Sentirsi dei perfetti cittadini del mondo appartenenti a una comunità più grande e a una comune umanità”
Per raggiungere questi obiettivi niente di più utile degli scambi internazionali e della educazione non formale. Strumenti fondamentali per far conoscere come il mondo può cambiare non solo da un posto all’altro ma anche da uno sguardo all’altro e di come accogliere un altro punto di vista può essere stimolante, eccitante, interessante e produttivo.
Ricordiamoci che, se anche fosse vero che gli uomini sono isole è da quando sono apparsi sulla terra che si sono inventati i ponti.